Il paese col cielo ai lati.
L’espressione, suggestiva e narrante insieme, è di Maurizio Patti, la nostra favolosa, coltissima guida nel viaggio compiuto in Inghilterra, a cura della Fondazione Feder Piazza che si è appoggiata all’eccellente Real World Tours.
Sbarcati a Londra e risaliti verso nord, meta il Vallo di Adriano che quasi duemila anni fa segnava il confine del mondo romano. Il confine della civiltà.
Avevamo davanti la favolosa Holy Insland, rovine e croci celtiche. Finestra sul tempo. Col castello normanno a picco sul mare. E la bassa marea, naturalmente. Perché quando l’acqua sale qui non si accede. Un’isola tidale, come si dice.
Un po’ come in Bretagna, la favolosa Mont Saint Michel.
Barche e pescherecci sospesi in questa mezza acqua e in attesa di riprendere il largo. La laguna che confina col mare aperto.
Alle spalle la brughiera punteggiata di pecore in cui qualcuno ha recintato un piccolo spazio e ha fatto fiorire ortensie dai mille colori. La policromia dalle infinite sfumature nel verde slavato.
Penso al campo di tulipani di Van Gogh.
La landa sinuosa, a onde, che sfuma nella nebbia mattutina e lontana. Lo sguardo gira attorno, tra i merli del castello. “Paese col cielo ai lati” funziona. Enigmatico, misterioso, orfico. Sì, suggestiona e suggerisce.
Ho raccontato, come faccio ormai da tempo, il mio viaggio in presa diretta su facebook.
Un post dietro l’altro. È una formula di successo. Mi hanno seguito centinaia di follower. Il loro grazie mi ha ripagato.
Ma devo dire che uno che fa il mio mestiere, scrive, descrive e racconta per gioia. Per il piacere continuo di stare sul pezzo e comunicare. È dolce e rasserenante sapere che qualcuno guarda e vede attraverso i tuoi occhi. Per uno scrittore è vita.
E dunque riprendo quelle brevi didascalie (esattamente come mi sono venute, maiuscole evidenziatrici comprese) che ho postato in continuazione. Amplio con qualche notizia appuntata dalle parole della guida o reperita in rete.
Grazie dell’attenzione a tutti.
2 AGOSTO / CAMBRIDGE
Comincia l’avventura. Con gli amici della fondazione Feder Piazza. Cambridge sede della celebre università.
Cambridge si trova sul fiume Cam (chiaramente, Ponte sul Cam), nella parte orientale dell’Inghilterra, ed è sede della prestigiosa università di Cambridge, fondata nel 1209. Tra i college universitari ecco il King’s College, famoso per il coro e l’imponente cappella gotica, il Trinity College, fondato da Enrico VIII, e il St. John’s College con la Great Gate risalente al XVI secolo. I musei dell’università hanno sezioni dedicate ad archeologia e antropologia, esplorazioni polari, scienza e zoologia.
Sul ponte matematico. Il fiume Cam.
The Mathematical Bridge è una passerella di legno che collega due ali del Queens’ College. Il suo nome ufficiale è semplicemente Ponte di legno. Deve il termine “matematico” alla disposizione dei legni, una serie di tangenti che descrivono l’arco del ponte, con elementi radiali per legare insieme le tangenti e triangolare la struttura, rendendola rigida e autoportante.
A zonzo per Cambridge. L’orologio cronofago, cioè mangiatore del tempo. Il Corpus Clock, inserito dal Time tra le migliori invenzioni del 2008. Progettato da John Taylor e costato due milioni di dollari, l’orologio è stato presentato ufficialmente al pubblico il 19 settembre 2008 da Stephen Hawking. È in oro a 24 carati ed è dotato di dispositivi LED. Il meccanismo è azionato da un motore elettrico che ha un’autonomia di 250 anni. È sormontato da una gigantesca cavalletta metallica che muove le zampette fagocitando il tempo. Qui lavorò Alan Mathison Turing (1912-1954) uno dei più grandi matematici del XX secolo, famoso per aver decrittato la macchina / cifrario tedesca Enigma. E qui lavorò lo scozzese Henry Cavendish (1731-1810), uno dei fondatori della fisica moderna.
PROSECCO E RISOTTO in centro a Cambridge.
La cappella del King’s college, con le sue meravigliose vetrate cinquecentesche.
Il King’s fu fondato nel 1441 dal re Enrico VI. Il progetto originale era abbastanza modesto, ma nel 1445 fu deciso che sarebbe diventato un esempio magnifico di patronato reale. Al college vennero garantiti molti privilegi feudali, supportati da generose donazioni del re. La cappella del college, esempio di architettura tardogotica, fu costruita in tre fasi in circa 100 anni. Gran parte della pietra della costruzione proviene dall’abbazia di Ramsey (Cambridgeshire). Uno dei capimastri fu John Wastell. La cappella presenta la volta a ventaglio più grande del mondo, finestre con vetrate e L’adorazione dei Magi di Pieter Paul Rubens (…che quasi scompare davanti all’imponenza delle vetrate).
… E il magnifico coro ligneo
I Biddles, imperturbabili custodi. Navigare sul Cam. Il melo sotto cui meditava Isac Newton e che gli fece scoprire la gravità. Dicono. In realtà pare un alberello piantato ieri. O l’altro ieri.
Al mercato.
Notte sul canale Brayford di Lincoln, adibito a porticciolo.
Lincoln è capoluogo della contea inglese del Lincolnshire. Il territorio è stato teatro, nel medioevo, di importanti battaglie. I Romani conquistarono questa parte della Britannia nel 48 d.C. Costruirono una fortezza per le legioni su una collina che domina il lago. Lo specchio d’acqua nasce dall’ampliamento del fiume Witham (l’attuale Brayford Pool) all’estremità settentrionale della strada romana Fosse Way. Il nome celtico di Lindon fu successivamente latinizzato in Lindum.
3 AGOSTO / LINCOLN / YORK / DURHAM
Il giorno delle cattedrali. Questo è il fiammeggiante gotico della cattedrale di Lincoln.
La cattedrale di Lincoln (Cathedral Church of the Blessed Virgin Mary of Lincoln o, abbreviato, St. Mary’s Cathedral) è sede della diocesi anglicana di Lincoln. La sua torre centrale, 82 metri, resta fra le più alte d’Europa tra quelle prive di guglia. Tipico esempio di gotico inglese: policromia dei marmi, decorazione delle volte, orizzontalità della struttura. Presenta due transetti di diverse dimensioni e un duplice coro, il coro di Sant’Ugo e il coro degli Angeli. Il coro degli Angeli prende luce da rosoni polilobati e profili delle arcate ricchi di modanature.
I due “occhi” della Cattedrale, i due rosoni del transetto, il rosone del Vescovo e il rosone del Decano.
Il grandioso coro degli Angeli.
Il castello, il mercato, le case a graticcio.
Ma cosa vuol dire MAGNA CARTA (qui nel castello conservata in copia)?
A York, la splendida città murata, la Eburacum dei Romani. York è il nome dato dai vichinghi. E la sua straordinaria cattedrale, la seconda di oggi.
Alla confluenza di Ouse e Foss, dà nome alla contea dello Yorkshire e ne è capoluogo. Fu fondata da Quinto Petilio Ceriale, intorno al 71 d.C. con il nome di Eboracum o Eburacum. Ebbe importanza militare, strategica e commerciale. Dal V secolo York subì le scorrerie che il Vallo di Adriano non poté più bloccare. Con la fine del periodo romano, la città fu abbandonata e distrutta dai Sassoni. Poi vennero gli Juti e gli Angli che fondarono, intorno al 500, il regno di Northumbria. Nel 627 re Edwin si convertì al cristianesimo grazie alla sua seconda moglie, santa Etelburga del Kent.La cattedrale di York, dedicata a san Pietro, è uno degli edifici gotici più grandi del Nord Europa. Fu avamposto per l’evangelizzazione dell’Inghilterra. È a una navata che culmina nella più grande vetrata medievale al mondo (finita nel 1408). Notabili la sala capitolare e il coro gotico.
Prima cattolica poi anglicana. Incredibile vetrata a otto luci del frontone.
Due orologi. Il primo per ricordare i caduti della seconda guerra mondiale. Il secondo con Gog e Magog, i due mitici giganti fondatori dell’Inghilterra.
La più grande vetrata del mondo, grande come un campo da tennis. 117 riquadri eseguiti tra il 1407 e il 1408 dal maestro John Thorton con la Creazione, Storie dell’antico e del nuovo Testamento, in particolare Storie dell’Apocalisse. Le tombe con statue policrome.
Durham, cioè collina (o fortezza secondo un’altra etimologia) ci porta quasi alle porte della Scozia. Qualcuno sostiene che vuol dire mucca nera con riferimento a santo Cuthbert (è qui la tomba). Dopo la sua morte, fu trasportato in questo posto da monaci che seguirono una mucca scura. La cattedrale è la più antica delle tre viste oggi. Insigne esempio del cosiddetto romanico normanno, fu costruita a partire dal 1097.
Durham, a sud di Newcastle, conta quasi 50mila abitanti. Nota per la cattedrale normanna e il castello dell’XI secolo, entrambi patrimonio dell’umanità. Il castello è sede dell’università. La cattedrale contiene le reliquie di san Cuthbert. Qui si trovano anche la testa di sant’Osvaldo di Northumbria ed i resti di san Beda il Venerabile. È possibile salire i 325 gradini del campanile (66 metri). Città godereccia e trasgressiva. Molti giovani dediti allo sballo. Fumano e sniffano.
Seduti nel coro dove stiamo per ascoltare il vespro (Evening Prayer) cantato dalla corale della cattedrale. Emozione esclusiva e assoluta. Un privilegio riservato a pochi.
Il più antico chiostro sopravvissuto alla Riforma.
La Pietà lignea sopravvissuta miracolosamente all’incendio del 1984. Dolorosa e dolorante. Il legno di faggio fessurato racconta il dolore e le ferite. Cristo nel corpo, Maria nell’anima. Scelta coraggiosa e suggestiva. La madre non tiene il figlio sulle ginocchia ma lo contempla a terra morto.
Vetrate antiche. Ma questa è un’Ultima cena moderna, vista in modo inedito dall’alto. La trovo, diciamo, non bellissima.
4 AGOSTO / NEWCASTLE / ALNWICK
NEWCASTLE L’auditorium progettato da Norman Foster (2006). Il Gateshead Millennium Bridge, il ponte pedonale che si apre al passaggio dei natanti sul Tyne.
Dominata dalla croce celtica scolpita con mille disegni diversi, ecco la favolosa Holy Island (Santa Isola), la Mont Saint Michel del Nothumberland. La si raggiunge su una stradina che ogni 6 ore viene coperta dalla marea. Qui approdò nel 635 il monaco irlandese Aidan e la evangelizzò. Suggestive le rovine dell’abbazia con il cimitero attorno. Nella vicina Lindisfarne, il castello normanno che domina la costa. Una dimensione dello spirito, un luogo di libertà.
Un’isola tidale (da tide, marea), cioè collegata al continente da un tombolo, che periodicamente è ricoperto dall’alta marea. Lindisfarne fu comunità di pescatori ma ebbe attività agricola e una produzione di calce. Famosi i sandwich di granchio. L’Evangeliario di Lindisfarne è tra i tesori della Britannia. L’8 giugno 793 un’incursione vichinga, la prima di cui si abbia notizia, sconvolse l’isola. I monaci fuggirono e nel 1000 il vescovado fu trasferito a Durham. Il priorato fu ristabilito nel periodo normanno (fondazione benedettina). Fu soppresso nel 1536 da Enrico VIII.
Pomeriggio ad Alnwick. Splendida cittadina. Il punto di attrazione è il castello costruito dal 1096 dal barone Yves de Vescy. Secondo castello, per grandezza, abitato d’Inghilterra. Location di tanti film. Da Elisabetta I ai primi due della saga di Harry Potter (il castello di Hogwarts). I magnifici giardini del castello, i giochi d’acqua. Un fiore tra i mille, la alstroemeria.
Costruito dal 1096 da Yves de Vescy, barone di Alnwick, fu restaurato nel primo Trecento da Percy di Alnwick. L’attuale duchessa di Northumberland, Jane, ha fondato l’Alnwick Garden, attorno ad una fontana a cascata. Nel 2004 è stata aggiunta una serra di circa 560 metri quadrati, la più grande al mondo. Ospita il Poison garden un giardino con le piante più tossiche del pianeta.
Negli spazi del castello gara delle scope come da copione, torneo cavalleresco in riva al fiume Aln, tiro con l’arco. Per la cronaca le scope sono un gadget che va ruba. 2 pounds e 45. Qualche adulto (!) si poneva il problema di come farla stare in valigia.
Alnwick, belle vie, negozietti meravigliosi.
SOTTO GLI OCCHI DELLA REGINA VITTORIA
A zonzo per Newcastle (e Grey Street). Al ritorno incontro con Matteo e Daniele, Asolo e Cornuda, a Newcastle per studiare inglese. Simpaticissimi.
5 AGOSTO / CORBRIDGE / CHESTER / VALLO DI ADRIANO / VINDOLANDA / BIRDOSWALD
Verso il Vallo di Adriano, Corbridge. 80 d.C., il granaio e la base di partenza del Vallo.
La Corstopitum o Coriosopitum dei Romani. Localmente chiamata Coria, era la città più a nord dell’impero Romano, all’incrocio tra Stanegate e Dere Street. La prima fortificazione fu costruita attorno all’85 d.C. su un insediamento precedente, nelle vicinanze della Beaufront Red House. A metà del II secolo divenne città murata, presidiata fino alla fine dell’occupazione romana. Tra i reperti il Corbridge Lion in pietra e l’armatura Corbridge.
Il forte romano di Chester. Qui passava il muro. I principia, cioè il quartier generale. Gli alloggiamenti e le terme vicino al Tyne. Ora pascolano pecore e corrono cavalli.
La gallese Caer è capoluogo della contea di Cheshire. Situata sulla destra del Dee, è la Deva (Castra Devana) dei Romani che la fondarono nel I secolo d. C. Fu quartier generale della legio XX Valeria Victrix fino al 380 d.C. Nei Roman Gardens sono esposti i reperti del forte romano e dell’anfiteatro edificato a partire dall’80 d.C., il più grande venuto alla luce in Gran Bretagna.
Minerva, Esculapio, Eracle in due sculture del Clayton museo. E tante ruote di macine.
Sempre con Graham e con Maurizio. Il nostro autista e la nostra guida.
Oggi percorriamo il Vallo di Adriano da est a ovest. Poderosa costruzione del II secolo (iniziò nel 122 d. C. ad opera del governatore Aulo Platorio Nepote) voluta dall’imperatore Adriano per marcare il confine tra Britannia e Caledonia, la Scozia cioè. Patrimonio dell’umanità dal 1987, si snoda per 117 km, 80 miglia romane. Vi lavorarono per 10 anni i soldati delle tre legioni di stanza che impiegarono pietra squadrata. Largo 3 metri e alto dai 5 ai 6 metri. Qui siamo ad Housesteadt. Le latrine, tra le meglio conservate. Il praetorium. Gli horrea cioè i granai.
Il nostro favoloso gruppo della Fondazione Feder Piazza sul Vallo.
Sto camminando sul Vallo. E si snoda sulle colline.
Il tratto di muro col sicomoro dove è stata girata una scena del Robin Hood, versione Kevin Costner.
Vindolanda, il villaggio e il forte. Il luogo delle tavolette lignee (2mila, quasi tutte al museo nazionale di Londra) che documentano la vita quotidiana dal I secolo. Ci illustra tutto Marta, una archeologa italiana che lavora qui. Incredibili le scarpe emerse dagli scavi. Numerosissime e perfettamente conservate. E poi lo zaino, lo zaino…
ARTÙ E SAN PATRIZIO
Birdoswald, ultima tappa sul Vallo prima di Carslile. Il forte romano e uno degli ultimi tratti del Muro. Qui è documentata la vita dopo il 410 (sacco di Roma ad opera di Alarico), quando Roma lasciò la Britannia. Il regno di Artù. Ultima immagine per i forni. E non solo Artù. Si dice che da queste parti sia nato san Patrizio.
Banna (il forte romano di Birdoswald) fu castrum, tra il forte di Camboglanna (Castlesteads) a ovest e di Magnis (Carvoran) a est. Una strada romana (oggi Maiden Way) lo collegava a Fanum Cocidi (vicino a Bewcastle). Nei pressi dell’odierna Birdoswald, Banna era in cima ad uno sperone. Trae infatti nome da una voce celtica che vuol dire promontorio. È l’unico forte del Vallo per il quale sia certo l’uso anche nel periodo successivo al dominio romano.
6 AGOSTO / GRASMERE / WINDERMERE / MANCHESTER
Nord ovest, Lake District. Grasmere, cimitero di St Oswald dove è sepolto William Wordsworth (1770-1850), il poeta che ha segnato la nascita del Romanticismo inglese. Il fiume Rothay.
Grasmere è al centro del Lake District. Prende il nome dal vicino lago. Il poeta William Wordsworth, che qui visse quattordici anni, dice “la più splendida località che uomo abbia mai trovato”. Fino al 1974 era parte della contea di Westmorland, ma oggi è contea di Cumbria.
QUALCUNO MI AIUTA A ESSERE PIÙ ESATTO?
In un locale dove ci siamo rifugiati per la pioggia, ecco una incredibile Crandall Universal n. 3. Se cito bene a memoria macchina USA, 1890 circa. E infatti un follower mi ha aiutato: il marchio Crandall è stato registrato nel 1881. La produzione era a Groton, New York. Il modello della foto deriva dalla serie del 1885. Definita New Model, fu distribuita in Europa l’anno successivo da un agente ad Amsterdam. Il modello Universal Crandall No. 3 è stata prodotta dal 1893 ed incorpora gli stessi principi della New Model ma la tastiera, per la prima volta, appare a 3 linee dritte con layout QWERTY. Le precedenti erano su due linee e curve. In seguito, nel modello No4, viene introdotto il nastro a due colori. GRAZIE MAURI.
La specialità di Grasmere, i dolcetti Gingerbread la cui segretissima ricetta è conservata in un forziere. Neanche la Coca Cola. Onestamente? Sanno troppo di cannella. Buoni, ma troppi stufano.
GRASMERE, CHIESA DI ST OSWALD Le splendide vetrate di ispirazione preraffaellita.
WINDERMERE LAKE, Bowness bay. Tra poco è crociera. OH, SAN MARTINO… La chiesa di Windermere è dedicata al mio amatissimo san Martino.
IL MONDO DI BEATRIX POTTER
Qui è vissuta una delle scrittrici più amate dai bambini, Beatrix Potter (1866-1943), la creatrice di Peter Rabbit (Peter Coniglio) e di molti altri personaggi. Indimenticabile MISS POTTER (2006), film interpretato da Renée Zellweger e ispirato alla sua vicenda umana.
Beatrix ebbe la passione per natura e pittura fin dall’infanzia. Il successo dei suoi libri e l’eredità di una zia le consentirono di comprare il terreno di Hill Top Farm a Near Sawrey, un villaggio nel Lake District, e numerose fattorie per preservare il paesaggio collinare. Lasciò tutto in eredità al National Trust. I terreni sono oggi zona protetta del Lake District National Park.
La crociera sul Windermere lake, con le sue isolette.
MANCHESTER BY NIGHT. Visione apocalittica in Lower Mosley Street.
7 AGOSTO / CHATSWORT / LIVERPOOL
Verso Chatswort, largo giro per evitare la diga di Whaley Bridge in situazione di allerta. La brughiera nebbiosa e battuta del vento. Il passo del Gatto e del Violino. Mi viene in mente il film Rob Roy con un grande Liam Neeson. E anche Brave Heart di Mel Gibson.
CHATSWORT dove, tra gli anni Sessanta e Settanta del 1500, fu ospite, prigioniera anzi, Maria Stuarda. Splendido ma irritante la situazione che viene a crearsi. Al limite dell’imbarazzo e perfino dello sgarbo. La Fondazione Feder Piazza si organizza con trasmettitori per consentire alla guida di illustrare senza disturbo alcuno per gli altri. Ce ne è stato vietato l’uso. Ma senza darci alternative. Le audioguide in italiano non ci sono. Didascalie sotto i quadri inesistenti. Schede a disposizione in alcune sale non in italiano. Pessimi Inglesi. Bile nera. Chissà cosa ci siamo persi.
Costruito a partire dal XVI secolo da Bess di Hardwick, contessa di Shrewsbury, Chatsworth è la dimora dei duchi di Devonshire, i Cavendish. Sulla sinistra del fiume Derwent e all’interno del Peak District National Park. Nel 1687 l’architetto William Talman ha ricostruito il castello in stile barocco e ne ha fatto la più importante dimora di campagna dell’Inghilterra. Affreschi dell’italiano Antonio Verrio, autore anche della Incredulità di San Tommaso (1692 / 1693) nella Privy Chapel. Nel diciottesimo secolo, il parco è stato ridisegnato in stile neoclassico da Capability Brown, architetto paesaggista e decorata dall’architetto James Paine. Le opere d’arte ospitate sono molto mal proposte, in una occupazione assurda degli spazi disponibili. Molto meglio sarebbe una esposizione a rotazione.
Foto obbligatoria per le “cattive” (fanno solo il loro lavoro, ma siamo in attesa di spiegazioni da chi sta sopra di loro. Dissennata politica). Spazi espositivi sfruttati oltre ogni possibile fruibilità.
Ipocrisia inglese. Come ti invitano a non sederti.
Antonio Canova con uno splendido Endimione per riappacificare l’anima.
Si può incontrare un dandy nei magnifici giardini realizzati da un genio del settore come Lancelot Capability Brown (1716-1783) tra giochi d’acqua e atmosfere degne dell’Arcadia. In inglese landscape è anche verbo, “creare paesaggio”. Il cane è riproposto in mille modi a Chatswort. Questa è la grande scultura in alluminio realizzata da Ben Long (2019). E dopo il dandy, la damina che per noi apre il vezzoso ombrellino.
VERSO LIVERPOOL, ancora il passo del Gatto e del Violino.
LIVERPOOL, I DOCKS sul Mersey. E naturalmente la Tate Gallery costituita dai lasciti del magnate dello zucchero Harry Tate, morto nel 1896. DOCKS, foto coi Beatles, lucchetti all’infinito, le Tre Grazie (i tre edifici tra i quali spicca il Royal Liver Building assieme al Liver Bird e al Cunard Building) il simbolo della Tate… Eccoci coi 4 eterni. La Cavern, il locale in cui i Beatles si sono esibiti per la prima volta nella loro città.
LIVERPOOL, la cattedrale anglicana su progetto giovanile di Giles Gilbert Scott che morì nel 1960 a opera non ancora conclusa. Lunga 157 metri, ha la torre al centro. Poi la cattedrale cattolica dedicata a Cristo Re. Il primo progetto era di Edwin Lutienz ma poi i lavori furono presi in mano da Gibbert. Tutta tonda, con un grande spazio esterno per le celebrazioni all’aperto e il campanile a vela sovrastante la facciata. Le è stato appiccicato il nomignolo di tenda irlandese con allusione alla comunità irlandese che si è concentrata a Liverpool e ne ha voluto la costruzione.
Manchester, Albert Square. Il monumento al principe Alberto, il creatore della prima fiera commerciale e industriale nel 1851.
Ero straniero e mi avete accolto, piazza della chiesa di Sant’Anna.
L’ape, simbolo di Manchester, la città operosa. The Old Wellington, il pub per definizione.
La cattedrale dedicata ai santi Giorgio, Dionigi e Maria e costruita dal 1421. La misteriosa pietra dell’Angelo che risale all’Ottocento. Il coro, sculture di animali fantastici… e la misericordia, gli aiuti per i monaci costretti a pregare in piedi. Sulla misericordia, strategicamente piazzata sotto i sedili “istituzionali”, poggiavano gli augusti deretani.
Il museo del calcio, forse il più importante del mondo. Il motto è IL CALCIO È ARTE. E vendere rossetti…
MANCHESTER ART GALLERY. I famosi uomini grissino di L. S. Lowry (1887-1976) finalmente goduti dal vivo. Che afflato, che narrazione piena di verve. Occhio acuto, ironico. E disincantato. Nella stessa sala un affabulatore come Adolphe Valette (1876-1942). Old cab at all Saints. Che suggestione, quanta malinconica bellezza.
Ultima sera a Manchester.
8 AGOSTO / SALTAIRE
A Leeds ci aspetta nel pomeriggio il volo per Londra. Mattinata a Saltaire, un villaggio vittoriano sul fiume Aire (area metropolitana di Bradford, West Yorkshire). Fondato da Titus Salt nel 1853, è patrimonio dell’umanità. Salt creò per le maestranze della sua filanda e per le loro famiglie un villaggio a misura d’uomo, sulle esigenze dei lavoratori. Acqua corrente e bagni. Il villaggio ebbe un suo ospedale, una biblioteca, una sala per concerti, una sala da biliardo e una palestra. Ora la filanda è stata riciclata in centro commerciale. Tanti splendidi negozi. Il regno di David Hockney, uno dei più grandi pittori del Novecento, qui, Bradford, nato nel 1937.
Il plastico della filanda, le macchine per tessere, la pompa per spegnere il fuoco, la sedia del dentista.
David Hockney, Arriva la primavera. Opere realizzate spesso “comodamente a letto” con l’iPad.
Titus Salt dava alle sue maestranze molti privilegi. Ma li irreggimentava nei canoni di una religione protestante di tipo congregazionalista. Poca libertà. Una buona bevuta era proibita e i negozi di alcolici (rarissimi) erano off license, cioè si poteva acquistare ma si doveva consumare altrove. Insomma il pub come luogo di aggregazione era esorcizzato come l’inferno.
Tra i negozi nella vecchia filanda il paradiso di pittori e disegnatori.
OBBLIGATORIO, alla fine. Egle ed io con la nostra ineffabile, coltissima, geniale guida Maurizio Patti.
Chiudo questo viaggio favoloso in qualche modo vicino al genio. Ecco il grande David Hockney, l’artista che non si è mai fermato, che ha sempre sperimentato. E ci regala luce, gioia, pensiero. E fantasia e sogno.
GRAZIE
Grazie ai miei splendidi compagni di viaggio. Tutti hanno fatto star bene Egle e me. Tutti mi hanno arricchito.
Luciana e Giorgio, Mariarosa e Nevio, Lino, Giorgio, Marise, Maria Teresa e Angelo, Marina e Walter, Maria Serena, Rosella e Roberto, Piero, Clara, Giuseppina, Antonio. Grazie a Maurizio, la guida.
… e grazie alla donna della mia vita, Egle.