Intervista a Mariano Berti, autore di Famiglie
d’altri tempi
(ABC Veneto, 02 maggio 2005)
Mariano Berti è autore dei due volumi usciti sulla storia della ‘famiglie d’altri tempi’ di Paese in provincia di Treviso. Questi libri meritano di essere letti e visti, poichè vi è in essi, oltre alle ‘storie private delle famiglie, un interessante apparato fotografico e genealogico.
ABCVENETO: Com’è nata l’idea di questo secondo libro?
MARIANO BERTI: Il secondo libro non è che la prosecuzione naturale del primo, poiché le famiglie storiche di Paese sono ancora tante anche se si perdono ormai tra quelle immigrate. Da ricordare che Paese ha superato i 20.000 abitanti nel mese di marzo scorso. Ho riscontrato nella gente un grande interesse e il desiderio di lasciare traccia del loro passaggio. Il primo volume era nato raccogliendo semplicemente una serie di articoli da me scritti per il periodico della Pro Loco Comunale “Paese Insieme” in un decennio, opportunamente integrati. La rubrica che curavo e che curo tuttora s’intitola “Viaggio nel passato con le famiglie rurali”. Non fu facile convincere la gente a parlare si se stessi e della propria famiglia, perché ciò significa esporsi a critiche e, soprattutto nelle famiglie rurali c’è ancora del pudore nel mettersi in luce. Poi però, anche chi si era rifiutato, visto il risultato, si è improvvisamente accorto di non esserci ed è stato quindi un fiume di richieste. Ciò mi ha indotto a proseguire in questo mio lavoro. La soddisfazione della gente è quella che più ti ripaga. Infatti molti mi fermano per strada e si complimentano, chiedendomi ora di inserire nella ricerca anche la loro famiglia, le loro storie, che, anche se a volte non di grande importanza, cerco di rendere più appetibili e interessanti agganciandole alla storia locale e alla più grande Storia Contemporanea.
ABCVENETO: E’ stata una lunga e faticosa ricerca?
MARIANO BERTI: La ricerca ha comportato altre un anno di lavoro. C’è nel secondo volume una sessantina di alberi genealogici, che ho ricostruito “seppellendomi” per tante e ancora tante giornate negli archivi parrocchiali esistenti nel comune. Ho scoperto tante cose che non si sapeva perché una volta i preti raccontavano tutto della persona che decedeva, delle cause di morte ma spesso anche del comportamento in vita, sia civile sia morale. Emergono così le fatiche, i valori, le condizioni economiche, le malattie, i rapporti umani, la fede, ecc. Credo essermi dedicato mediamente dalle otto alle dieci ora al giorno, spesso alzandomi anche di notte per mettermi al computer e senza badare se era giorno feriale o festivo. S’inizia con poco, poi l’interesse aumenta fino a diventare una vera passione. Se non fosse tale non faresti nulla perché a scrivere libri locali, con una tiratura modesta, non solo non si guadagna, ma si rischia di rimetterci, in compenso si riceve la stima della gente e la si vede veramente felice di essere considerata. Magari qualche “saccente” locale, che crede di saperla più lunga ti critica, ma vai avanti per la tua strada proprio perché sei stimolato dalla gente. Le gelosie e le invidie sono lunghe a morire soprattutto quando fai qualcosa di nuovo a cui nessuno aveva mai pensato.
ABCVENETO: E’ un lavoro che le ha dato molte soddisfazioni…ho visto il salone strapieno di gente alla presentazione di questo libro…
MARIANO BERTI Se devo dare una motivazione, la trovo nel fatto che provengo da una famiglia poverissima, ma che ha saputo riscattarsi nel tempo a prezzo di duri sacrifici.
Ho costatato poi che c’era un vuoto da riempire. Anche Paese è ricco di pubblicazioni che riguardano il territorio, le opere d’arte, le chiese, i palazzi, le ville e i cosiddetti signori, ma manca in queste pubblicazioni, pur importanti ed interessanti, l’elemento umano. Mi sono chiesto: “La gente comune dov’era?”. Si parla delle opere costruite, ma non di chi ha contribuito ad erigerle materialmente. Si parla di tanti signori dei quali ben sappiamo come sono diventati “nobili” e non di coloro che hanno sofferto ogni tipo di privazioni per permettere a codesti di sentirsi tali. Ovviamente non ho la pretesa di riempire da solo questo vuoto, perché sarebbe un compito troppo ambizioso, ma cerco di fare la mia parte meglio chr posso. Sperando che ciò stimoli anche qualche altro. Ho intervistato nelle loro abitazioni i più anziani. I racconti infatti provengono da loro. Già una decina di questi nel frattempo sono deceduti senza aver avuto la soddisfazione di potersi leggere nei due volumi. Contemporaneamente ho raccolto tantissime foto d’epoca che ho memorizzato sul mio computer e su supporti elettronici, tanto che posso dire di aver costruito un interessante archivio fotografico di tempi andati. La gente ha capito il valore di questo mio lavoro e la massiccia partecipazione alle due occasioni di presentazione di questi primi due volumi lo ha dimostrato, così pure il grande intuito di persone veramente colte e sensibili, quali Ivano Sartor e Gian Domenico Mazzocato che hanno voluto onorare questa mia fatica. Li ringrazio in modo particolare perché non si sono soffermati alla forma, ma hanno badato al contenuto. Da tenere presente che sono alle prime esperienze editoriali e qualche errore può essermi scappato. Ho trovato nella Pro Loco Comunale di Paese, in particolare dal suo presidente Paolo Badesso la persona giusta che mi ha incoraggiato e sostenuto in questa fatica. La pubblicazione e la divulgazione infatti è opera di questa associazione, sostenuta economicamewnte dal Comune di Paese e dalla Fondazione Cassamarca.
ABCVENETO: Vuole raccontarci un po’ la storia di questo suo lungo lavoro e se continuerà?
MARIANO BERTI: Continuerò in questo percorso finché troverò gente che credendo nella validità di questa iniziativa, me ne darà riscontro chiedendomi di inserirle, poi farò dell’altro, perché i progetti non mi mancano. Nel frattempo, su richiesta del parroco di Paese, ho scritto anche la storia delle scuola materna parrocchiale che verrà presto data alle stampe a cura della parrocchia stessa. Si tratta di una pubblicazione di circa 120 pagine dal titolo “La casa degli angeli”.