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Lo scrittore


RUSTICO TREVIGIANO

Qui la nostra storia fu pietra angolare
e sete quotidiana e orizzonte vicino
tutto esplorato

Fu, il nostro, transito lieve – non veloce -
un segno artigliato alla terra.
Quali pensieri sbiadimmo alla memoria
di noi che saremmo andati
tranquilli e confusi alle nostre paure?

Quale muro appena,
una cronaca immutabile di mattoni
e di ciottoli che a sera
la ruota del carro
scaglia sulla siepe
odorosa di tramonto

 

GIAN DOMENICO MAZZOCATO (Treviso, 31 agosto 1946) è considerato uno dei narratori della cultura e della storia veneta più raffinati e attenti. Scritto e critici come Fulvio Tomizza e Luca Desiato, hanno scritto che Mazzocato ha avuto il merito di fondare una vera e propria saga dei vinti veneti. E’ traduttore della grande storiografia latina (Tacito e Tito Livio) oltre che dell’opera del grande poeta postclassico Venanzio Fortunato (che è suo conterraneo essendo nado in quel di Valdobbiadene). Scrive anche per il teatro.

 

BIOGRAFIA

Gian Domenico Mazzocato (Treviso, 31 agosto 1946) si è laureato in storia della lingua latina con una tesi su Teofilo Folengo. Allievo di Ferrarino e di Bernardi Perini (del quale è stato assistente nei due anni successivi alla laurea) è stato per 35 anni ordinario di lettere nei licei della sua città. Ha pubblicato alcuni volumi di liriche, oltre a monografie su artisti contemporanei e fatti di costume, per i quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Svolge intensa attività giornalistica. Ha firmato i testi per alcuni libri fotografici dedicati al Veneto. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla traduzione di classici latini: ha tradotto le Historiae di Tacito e la trilogia delle opere minori dello stesso autore (Agricola, Germania, Dialogo degli oratori). Successivamente ha tradotto e commentato i 35 libri che compongono la monumentale opera storiografica di Tito Livio, di cui ha curato anche l’apparato critico e gli indici analitici. Nel 1997, è uscito il suo primo romanzo, Il delitto della contessa Onigo, che ha conosciuto uno straordinario successo di critica e di pubblico (premio Gambrinus Mazzotti 1998, cioè il più importante premio letterario italiano dedicato alle culture locali). Scrittori come Fulvio Tomizza e Luca Desiato (e un po’ tutta la critica) hanno sottolineato come la narrativa di Mazzocato abbia avuto il merito di fondare una vera e propria saga dei “vinti” veneti. Il romanzo narra il processo a carico di un “pisnente” (il termine indicava fino agli inizi del Novecento uno dei più bassi livelli della condizione contadina) che aveva ucciso la sua padrona. Siamo nel 1903, nel “profondo” Veneto dello sfruttamento, dell’ignoranza e anche della pellagra, assurta a vero e proprio simbolo di una epopea popolare alla rovescia. Il processo, celebrato a Venezia, ebbe risonanza mondiale e si trasformò, da procedimento a carico dell’imputato, a inchiesta sulle terribile condizioni fisiche, morali, economiche in cui il delitto aveva messo radici. La sentenza fu sconvolgente e fece epoca. Il suo secondo romanzo, Il bosco veneziano, affronta il grande tema dell’emigrazione e delle patrie perdute. Mazzocato ha reso in questo romanzo in qualche modo mitica una collina delle prealpi venete, il Montello, che nella narrazione diventa metafora delle patrie perdute e della condizione di esilio. Il bosco veneziano è appunto il Montello, la collina che sorge a nord di Treviso e che fu bandita ai suoi abitanti più di cinque secoli fa, il 27 dicembre 1471, dal doge Nicolò Tron. Sul Montello, così vicino a Venezia e a quella grande e comodissima via d’acqua che era il Piave, dovevano crescere i roveri per le navi della Serenissima. I Montelliani furono cacciati dalla collina e le loro case furono bruciate. Iniziò, in quel lontano e nevoso inverno del 1471, una vicenda fatta di morte, tribolazioni, sofferenze, percosse, processi, punizioni e prigione. Nel 2001 è uscita la sua terza opera di narrativa Gli ospiti notturni, una silloge di racconti. Fanno da sfondo storico alla narrativa di Mazzocato il dramma dell’emigrazione e quello delle due guerre mondiali. E lo sfondo geografico è fornito come sempre dal Montello, dal Sile, dal Piave, dal Grappa, dalle case di Santa Bona e di Roncade, dai borghi delle pedemontane, dai casali della campagna trevigiana. Attorno alla figura di un narratore ideale (il malinconico e ironico zio Fabio che affascinava i nipoti “nella caneva, tra i profumi del raboso”) si raccolgono soprattutto alcune figure femminili: la Antonia, la Teta, ma anche il Turco e Nobile e tanti altri. Costruisce un mondo a sé Ghericuper, il singolare personaggio, che, subito dopo la seconda guerra mondiale, porta in giro il suo cinematografo ambulante per i paesini della Marca. Eccentrico, metafisico e surreale, si staglia poi il racconto che dà il titolo all’intera raccolta. Gli ospiti notturni, scivolano durante i pleniluni, lungo le acque del Sile e vanno a trovare Lunardo, il pittore che li ritrae nelle sue tele senza mai osare chiedere loro qualcosa per non violare o infrangere il mistero che li circonda. Fino a che il silenzio viene spezzato da una domanda e allora sembrano cambiare lo scorrere della storia e degli eventi, lo stesso universo… Di lui un critico come Gianni Giolo ha scritto che “Mazzocato si rivela come il più grande, fecondo, ricco e profondo scrittore dell’ultima generazione veneta.” E la studiosa Sara Stocco, che alla narrativa di Mazzocato ha dedicato la tesi di laurea, sottolinea come lo scrittore dia voce, finalmente, nel “profondo Veneto” ad una provincia che mai era entrata fino ad oggi nella letteratura italiana. Nel 2003 è uscito Il caso Pavan (finalista premio Chianti 2005). Protagonista assoluto è il Settecento, vissuto in un Veneto misterioso e popolare, abitato da contadini, mercanti, operai, girovaghi, contrabbandieri, ladri e prostitute. I panorami sono quelli delle Prealpi trevisane, di Venezia, delle isole del mare greco. Tommaso Pavan, che si potrebbe definire l’antieroe eponimo, scopre anche attraverso una personale rivisitazione dei miti della classicità, soprattutto il mito di Odisseo, il senso del tempo e, in ultima analisi, il senso della vita stessa. Nel 2006 è uscito Veneto Oscuro/Banditi del Montello, una silloge di storie venete che rievoca torbide vicende di amore e sangue, di emigrazione e rapine accadute nel Trevigiano tra Ottocento e Novecento. Si tratta di tre grandi inchieste giudiziarie, veri e propri legal thriller che costituiscono uno dei tratti distintivi della narrativa dello scrittore trevigiano. Nel 2007 ha pubblicato Il vento e la roccia, biografia di Anna Maria Feder, moglie del grande pittore e incisore Francesco Piazza. Anna Maria Feder è morta nel 1987 di cancro e ha lasciato dietro di sé una traccia intensa di opere e di spiritualità. Un vero modello per l’uomo moderno che nella complessa vicenda interiore di Anna può trovare tante risposte alle domande ultime. Mazzocato ha ricostruito il senso profondo dell’itinerario di questa donna straordinaria ripercorrendo i suoi scritti (nulla mai era stato edito fino ad ora e si tratta di una “scoperta” assoluta), i suoi diari, il suo epistolario. Altra figura di donna, lontanissima nel tempo ma certamente vicina per l’instancabile ricerca interiore, è Tanaquil, la regina protagonista di Tanaquil l’Etrusca. Si tratta di un vero e proprio “giallo” ambientato tra Etruria e Roma nel V secolo avanti Cristo. Un viaggio nel mistero etrusco come mai è apparso nella narrativa italiana, una ricerca nel profondo dell’anima di questa autentica first lady dell’antichità che è stata al centro assoluto della storia dei suoi tempi. È un libro che aiuta a conoscere risvolti inediti della civiltà etrusco-romana. Mazzocato ha messo qui a frutto e trasformato in affascinante romanzo la sua esperienza di traduttore della grande storiografia latina. Sempre nel 2007 è stata pubblicata una silloge di fiabe e novelle, Colline incantate. Mazzocato ha raccolto in questi anni, dalla bocca delle genti del Montello e delle prealpi venete, storie tramandate a filò. Storie (talora inedite e per la prima volta “strappate” all’oralità e diventate parola scritta) destinate a perdersi se non fossero state recepite dallo scrittore-raccoglitore. Il libro è illustrato dai disegni di Andrea Longhi. Mazzocato scrive anche per il teatro. Dopo aver tratto una pièce dal suo primo romanzo (Il delitto della contessa), ha tracciato il diagramma di una follia bellica nel “profondo Veneto” in Mato de guera, un monologo di grandi densità e drammaticità in cui il soldato Vardanega Ugo (al quale dà voce un attore straordinario come Gigi Mardegan), reduce e sopravvissuto della prima guerra mondiale, urla tutto il suo orrore contro la guerra. È presidente dell’Ateneo di Treviso, massima istituzione culturale della sua città. Dell’Ateneo ricorre, nel 2010, il bicentenario dalla fondazione avvenuta ad opera di Napoleone. È Presidente onorario del Circolo Salgariano di Treviso. Instancabile viaggiatore ed “esploratore” della vecchia Europa, racconta i suoi viaggi su riviste e vari siti internet.

OPERE

Poesia

  • Il fuoco vecchio, Marton, Treviso, 1976
  • Straniarsi è qui, Forum/Quinta Generazione, Forlì, 1980
  • Diapason con variazioni, Marton, Treviso, 1981
  • Dalla selva delle esili memorie, DBS, Feltre, 2008

Narrativa

  • Il delitto della contessa Onigo, SantiQuaranta, Treviso, 1997
  • Il bosco veneziano, SantiQuaranta, Treviso, 1999
  • La Merica, La vita del popolo, Treviso, 2000
  • Gli ospiti notturni, SantiQuaranta, Treviso, 2001
  • Il caso Pavan, San Liberale, Treviso, 2003
  • 1909 Delitto a filò, La vita del popolo, Treviso, 2003
  • Il ritorno, La vita del popolo, Treviso, 2005
  • Veneto oscuro/Banditi del Montello, Zanetti, Montebelluna, 2006
  • Tanaquil l’Etrusca, Zanetti, Montebelluna, 2007
  • Colline incantate, Zanetti, Montebelluna, 2007

Teatro

  • Il delitto della contessa, 1999
  • Mato de guera, 2002

Saggistica

  • Martino, l’uomo che divise il mantello, La Vita del Popolo, Treviso, 2004
  • Il vento e la roccia, Paoline Editoriale Libri, Milano, 2007
  • L’arte di macinar nero, a cura dell’ANA, Treviso, 2007

Traduzioni

  • Tacito, Storie, Newton Compton, Milano, 1995
  • Tacito, La Germania, Vita di Agricola, Dialogo degli oratori, Milano, 1995
  • Tito Livio, Storia di Roma, Newton Compton, Milano, 1997 (6 volumi)
  • Venanzio Fortunato, Vita di San Martino, Piazza, Treviso, 2005

Libri fotografici

  • Alte Terre (testi) Grafiche Tintoretto, Treviso, 2000
  • La bella Marca (testi), Grafiche Tintoretto, Treviso, 2002
  • San Vendemiano (testi), a cura del Comune di San Vendemiano, Grafiche Antigua, Cornuda, 2004
  • Veneto per sempre (testi), Grafiche Antiga, Cornuda, 2005
  • Treviso Una poesia a colori (introduzione), Europrint, Treviso, 2006
  • Per mercatini nel Veneto (foto, testi, con il saggio Elogio dell’inutile, Ritrtto semiserio del collezionista), Tintoretto Edizioni, Treviso, 2006.

Libri sportivi

  • Treviso, Cento mete da leoni, Grafiche LINEP, Padova, 1978
  • Treviso ’89, Il tricolore ritrovato, Edimedia, Treviso, 1989
  • Treviso, La prima volta, Edimedia, Treviso, 1991