ANDARE “PER” TOSCANA
Certo, andare “per” Toscana. La gioia della scoperta, l’aggressione della sorpresa. Specialmente quando si decide la meta all’ultimo momento. Una rapida ricerca in internet (il nostro gruppo in tre camper: Bruna ed Egidio, Edda e Danilo, Egle ed io) e un obiettivo: individuare un luogo dove avvenga una di quelle suggestive rappresentazioni della Passione di Gesù di cui è tanto ricca l’Italia soprattutto nel Centro-Sud. Trovata a Cerreto Guidi. E partiti.
Devo aggiungere che la Toscana sta diventando per i camperisti davvero terra ospitale: i camperservice si stanno moltiplicando e la sensibilità è diffusa. Anche qui una ricerca in internet (io pratico abitualmente www.camperweb.it ma c’è soltanto l’imbarazzo della scelta) e ci si costruisce in pochi istanti un personale e mirato portolano. Magari non tutte le aree sono tenute benissimo, ma spesso i disagi sono legati ai camperisti maleducati (nostra eterna sofferenza) che non avvertono nelle strutture di cui fanno uso un preziosissimo bene comune.
Partenza nel primo pomeriggio di mercoledì 12 aprile 2006, ritorno nella mattinata di lunedì 17, nemmeno 800 chilometri.
Passiamo la prima notte a Marzabotto, vicino a Bologna, con la sua area archeologica etrusca. Qui tutto ci ricorda le orribili stragi operate dai nazifascisti tra il 29 settembre e il 18 ottobre 1944: 1830 persone tra cui 200 bambini. Troviamo posto negli ampi parcheggi tra lo stadio e la stazione.
Il giorno successivo siamo a Prato (area camper in zona Mercato Nuovo) anche se noi preferiamo parcheggiare sul bel lungofiume tra il placido Bisenzio costeggiato da piste ciclabili e lo stadio (vicino alla stazione ferroviaria). Prato è provincia dal 1992 ed esibisce con orgoglio la realizzazione del suo antico sogno autonomista. Bella la passeggiata che ci porta a visitare il centro storico. Entriamo nel Castello dell’Imperatore (voluto da Federico II tra il 1237 e il 1248): il giro delle alte mura merlate ci offre il panorama della città, con le sue ampie piazze e le sue vie brulicanti. Poi il bel duomo romanico che domina la piazza ornata da una fontana ottocentesca. Sopra il portale, la lunetta di Andrea Della Robbia e all’interno il pergamo del Sacro Cingolo, opera del Michelozzo. Purtroppo il museo dell’Opera del Duomo è parzialmente chiuso e non è attualmente in grado di proporre al visitatore il meglio che possiede: c’è la Danza dei putti di Donatello ma l’abside con gli affreschi del Lippi è in restauro e inagibile. Torniamo verso il castello per percorrere il tratto di antiche mura perfettamente restaurato. Tra le chiese vale la pena di visitare la rinascimentale Santa Maria delle Carceri e la duecentesca San Francesco con il suo splendido crocifisso ligneo. Anche la gotica chiesa di San Domenico con il suo monumentale organo merita attenzione. Infine passaggio obbligatorio nella Piazza del Comune con le imponenti e severe facciate del Palazzo Pretorio che ospita la Galleria Comunale.
In serata siamo ad Empoli (camperservice a Empoli-Ovest, zona industriale Terrafino con esaurienti indicazioni), dove troviamo comodo parcheggio nelle vicinanze dello stadio. Il centro è a due passi. Facciamo un primo passaggio subito dopo l’arrivo e programmiamo la visita per la mattinata seguente.
Con la sua facciata a marmi bianchi e verdi ci accoglie, in piazza Farinata degli Uberti, la collegiata. Da non perdere l’annesso museo, piccolo ma ricco di tesori: il fonte battesimale di Bernardo Rossellino, il drammatico e struggente Cristo in pietà di Masolino, e qualche straordinario documento dell’arte toscana tra Duecento e Seicento (soprattutto il polittico con la Madonna in trono di Bicci da Lorenzo di una bellezza sconvolgente, la Madonna dell’umiltà di Lorenzo Monaco e la Madonna in trono di Filippo Lippi). Nel chiostro opere di Luca della Robbia e lì vicino la chiesa di Santo Stefano.
Nel pomeriggio partenza per Cerreto Guidi dove parcheggiamo davanti alla scuola media.
Cerreto Guidi è un minuscolo, incredibile scrigno di tesori. La chiesa di San Leonardo propone un battistero (nel fulgore di un recente restauro) con scene della vita di san Giovanni in ceramica invetriata, opera di Giovanni Della Robbia. Molto pregevole anche il crocifisso ligneo. La contigua villa medicea (il cui frontale digradante a scalinate fa da sfondo alla sacra rappresentazione) contiene un piccolo, prezioso museo “della caccia e del territorio”: dipinti pregevoli ma soprattutto una raccolta d’armi che ha pochi eguali. Da visitare anche l’oratorio della SS Trinità, antica sede della Compagnia del Corpus Domini, congregazione religiosa conosciuta anche con il nome di Compagnia dei Rossi, dal colore delle loro cappe. I cartigli vicino all’ingresso ricordano le loro assemblee.
In serata la sacra rappresentazione: due ore intense negli odori e nelle brezze della Toscana collinare. Mezzo paese in costume a recitare il dramma dei drammi e mezzo paese a guardare. Noi ospiti siamo accolti con gentilezza e gioia, dal giovane parroco don Donato, in primis. Viviamo tutto il pomeriggio di preparazione e la coinvolgente notte segnata dai tre crocifissi che si stagliano sul muro della villa medicea. Serata indimenticabile.
La mattina successiva siamo a Vinci, lì vicino, con la sua splendida area di sosta ai piedi del colle su cui sorge il paese natale di Leonardo. Visitiamo il museo a lui dedicato che ospita una serie di modelli ispirati ai disegni dei suoi codici e una panoramica del suo genio inventivo. Il nucleo principale si trova nel castello dei conti Guidi risalente al XIII secolo.
Nel pomeriggio siamo a Certaldo, dove nel 1375 morì il più grande narratore di tutti i tempi, Giovanni Boccaccio. Alla parte alta, il borgo medievale vero e proprio, si accede con la funicolare (area camper a due passi dalla biglietteria). Suggestiva la chiesa dei santi Jacopo e Filippo che ospita la tomba dell’autore del Decameron, suggestivo il Palazzo Pretorio, ma ciò che emoziona è camminare nelle vie del borgo, dominare dall’alto i panorami stupendi della Valdelsa, farsi prendere dal giro delle piazzette e delle bottegucce. È raro immergersi in una atmosfera, antica e moderna ad un tempo, come quella che si respira qui a Certaldo.
In serata non possiamo sottrarci ai sapori della sagra del cinghiale che si tiene in pianura. Vino generoso e carne alla brace, ricetta semplice e giusta.
Il giorno dopo, Pasqua, seguiamo i riti nella bella parrocchiale di Gambassi (anche qui da visitare il nucleo medievale) e poi, un po’ per istinto un po’ per avventura, attraversata Montaione (dal comodo camperservice) raggiungiamo l’eremo di San Vivaldo. Sulle guide è praticamente ignorato ma la sorpresa che ci rivela non ha paragoni. In questa, che viene chiamata la Gerusalemme di Toscana, ci si aggira tra tempietti, edicole, cappelle che ospitano gruppi in terracotta dipinta a grandezza naturale con scene tratte dalla storia sacra, opera di Giovanni Dalla Robbia e Benedetto Buglioni. Gli addetti ai lavori hanno definito questo luogo il complesso statuario più grande d’Italia. Qualcuno, più prosaicamente, parla di Disneyland mistica. Resta il fatto che le centinaia di figure che popolano questo Sacro Monte sono un documento unico di fede popolare e una testimonianza storica irripetibile. Sul luogo, in un fienile riadattato, è aperta una mostra che illustra il Sacro Monte e dove si può avere un ciclostilato per orizzontarsi nel complesso di San Vivaldo. Una esperienza che consigliamo a tutti coloro che capitano da quelle parti.
In serata siamo a Borgo San Lorenzo, nei panorami d’acqua e di collina del Mugello. Qui c’è una comoda area sosta ma preferiamo l’ampio e tranquillo parcheggio nella zona commerciale, alle porte della cittadina. È la vigilia del ritorno, ci infiliamo in una trattoria.